
PIAN D’ONEDA

Il pian d’Oneda, situato allo sbocco della valle del Caffaro, è una piana alluvionale formata dalla confluenza dei fiumi Caffaro e Chiese prima che si immettano nel Lago d’Idro. Questa area si è sviluppata nel tempo grazie ai depositi sedimentari trasportati dai due corsi d’acqua, creando una vasta zona pianeggiante .
In passato, il pian d’Oneda era caratterizzato da zone paludose, ma è stato oggetto di interventi di bonifica che ne hanno trasformato l’aspetto, rendendolo adatto all’agricoltura e all’insediamento umano. Oggi, l’area ospita il borgo di Ponte Caffaro e rappresenta una testimonianza dell’interazione tra processi naturali e attività umane nel modellare il paesaggio.
Dal punto di vista geologico, la valle del fiume Caffaro presenta una varietà di formazioni, tra cui rocce calcaree dell’era mesozoica, arenarie triassiche e tufacee. Una significativa faglia geologica, la frattura della Val Trompia, si estende tra Lodrone e il Passo Maniva, dividendo la valle in due settori con caratteristiche geologiche distinte: a sud, strati sedimentari del periodo triassico; a nord, rocce più antiche.
Località del pian d’Oneda
QUÀDER e CAMPÌ


I Quàder (Quadri) sono appezzamenti ordinati di terreno agricolo, che si stendono tra il corso del Caffaro e le pendici del Monte Suello. La loro forma, ben visibile dall’alto, risale al tempo della bonifica delle paludi che oggi costituiscono il pian d’Oneda, iniziata nel Medioevo e completata dal solo Comune di Bagolino, che ha prosciugato l’intera pianura, scavando fossi di scolo e canali di drenaggio. Quest’ultima fase della bonifica è resa possibile dall’abbassamento dell’alveo del lago, intrapreso a partire dal 1851. I terreni risanati, suddivisi in lotti quadrati, sono stati quindi assegnati nel 1864 alle 241 famiglie più bisognose di Bagolino, che hanno trasformato la zona in un’area agricola abitata e produttiva. Si tratta di un importante intervento di trasformazione del territorio, che ha contribuito allo sviluppo economico e sociale della comunità locale.
A completare la piana della riva settentrionale del lago d’Idro, i Campì (Campini) si stendono invece sulla sponda sinistra del Caffaro e non hanno un aspetto geometrico ordinato, come i Quàder. Erano terreni più alti, non impaludati e coltivati probabilmente ben prima della bonifica dagli abitanti insediati nell’area. Il confine tra l’Impero austriaco e la Repubblica di Venezia era stato fissato nel 1753 con cippi in pietra, alcuni dei quali tuttora esistenti, e includeva i Campì nel territorio veneziano. Lo straripamento del Caffaro nel 1757 travolge qualche cippo e il confine attuale tra le Regioni Lombardia e Trentino è segnato dalla via dei Campini.
Quadèr e Campì, affacciati sul lago, costituiscono una caratteristica dominante del paesaggio di Ponte Caffaro. Il loro aspetto ordinato e ben curato offre uno spettacolo di grande bellezza, una prova del potere dell’uomo sulla natura.