La valle del Caffaro

La valle del Caffaro

La valle del Caffaro è un’area di così grande varietà da spiegare come si sia sviluppata una comunità operosa e prospera fin dai tempi antichi: rifugio dai conflitti, sede di attività economiche diverse e complementari, come l’allevamento, l’agricoltura e l’industria, ma anche luogo di riposo e svago, méta di ricerche e studi geologici che hanno consentito di identificare il Chiodo d’oro in località Romanterra.

Il territorio è delimitato dagli spartiacque che segnano il confine del Comune di Bagolino: a ovest con la valleTrompia, a nord ovest con la valle Camonica, a est con le valli Giudicarie in Trentino, a sud sud ovest con la valle Sabbia. Lungo il suo corso il fiume Caffaro riceve acque dal torrente Vaia, emissario di destra, e da affluenti secondari di scarsa rilevanza. Prevalgono le montagne, con il monte Blumone che raggiunge i 2853 metri di altezza, e spicca la riva nord del lago d’Idro, al quale il Caffaro cede le sue acque dopo aver attraversato il  Pian d’Oneda.

Chi guarda la valle dove svolta verso nord, nelle vicinanze dell’abitato di Bagolino,  osserverà una marcata differenza nell’assetto morfologico tra nord e sud, che sono divisi da una grande faglia: a nord un versante montuoso a pendenza regolare degradante dal monte Maniva con pendenza di 20-30°, dove si ha una notevole diffusione di depositi morenico-detritici e dove scendono diversi piccoli affluenti del Caffaro, tra i quali il rio Vaia; a sud il versante montuoso, aspro e impervio, culmina nel Monte Pizza (1437 metri). La differenza morfologica è meno spiccata sul margine sinistro della valle, dove si hanno maggiori affioramenti del substrato roccioso rispetto ai depositi superficiali.

Gli strati a sud della faglia, ora quasi verticali, sono di origine sedimentaria e si depositarono in un mare tropicale durante il periodo Triassico (250-200 milioni di anni fa). Quelli a nord di questa faglia sono costituiti da rocce più antiche, che comprendono scisti metamorfici (pendii del monte Maniva) ricoperti da una successione di sedimenti argillosi, arenarie e conglomerati con intercalazioni di rocce vulcaniche (porfidi) che si formarono in un ambiente continentale durante il periodo Permiano, intorno a 280 milioni dianni fa.

Nei pressi del fondovalle le morfologie sono legate invece all’origine dei depositi  superficiali, dove si hanno diverse formazioni: conoidi laddove i versanti montuosi cambiano bruscamente pendenza, mentre in altre situazioni si sono create coperture morfologicamente meno definite, per depositi di origine gravitativa; morfologie a terrazzi, oppure accumuli non terrazzati ma sul fondovalle, per depositi di origine fluviale o fluvioglaciale. Torrenti minori che sfociano nel fiume Caffaro invece sono all’origine dei coni di deiezione osservabili lungo la valle. La notevole estensione dei depositi alluvionali di fondovalle rispetto alle dimensioni dell’attuale alveo del fiume Caffaro, indica che probabilmente in passato il torrente avesse un andamento più meandriforme rispetto all’attuale.

Nell’alta valle del Caffaro affiorano invece le formazioni più recenti di questo territorio: depositi triassici e rocce intrusive terziarie. Da magmi intrusi durante la formazione delle Alpi (40 milioni di anni fa) ad una profondità di circa 10 km si sono cristallizzati i gabbri e le dioriti scure del Cornone di Blumone, le tonaliti del Lago della Vacca e le granodioriti (rocce granitiche) del monte Bruffione. A causa del calore proveniente dalla messa in posto di questi magmi, i sedimenti adiacenti si sono trasformati in marmi bianchi, cornubianiti varicolori e altre rocce metamorfiche.

La grande varietà del territorio è anche varietà nel tempo, come dimostra l’assetto attuale nelle vicinanze del lago, dove il terreno paludoso ma bonificato per secoli è essenzialmente formato dalla parte pianeggiante terminale dei detriti alluvionali, estesi per chilometri a monte dentro la val Giudicarie fino a Condino, formata dai due principali affluenti del lago d’Idro, Chiese e Caffaro.

La montagna

Le località