Ponte Caffaro

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PONTE CAFFARO

Ponte Caffaro, un abitato vivace, è nato come un prodigio della volontà. Si trova in una posizione strategica, per secoli al limite tra due mondi: al di là del fiume Caffaro stava l’impero asburgico, confinante prima con la Repubblica di Venezia, poi con il Regno d’Italia.

Immagine storica del posto di guardia sul confine (Ponte sul fiume Caffaro) tra Italia e Austria. Oltre alle garitte, si intravedono le guardie di frontiera.

Dal 1918 il ponte segna il confine regionale tra Lombardia e Trentino. Tale posizione non si è rivelata sempre un privilegio e anzi ha provocato danni nelle fasi inquiete della storia della valle: per le pretese dei conti di Lodrone in età medievale, per il passaggio di eserciti in ogni epoca storica. Qui si sono combattute tre guerre d’indipendenza ottocentesche e qui sono passate le truppe italiane in marcia verso Trento nel 1915.

Se Bagolino ha origini antiche e un passato ricco di esperienze, Ponte Caffaro è ben più giovane e il suo passato è più breve ma altrettanto glorioso. È nato infatti durante l’Ottocento e cresciuto nel Novecento come frazione di Bagolino, e questa condizione genera nei due abitati sentimenti misti: di fratellanza e di rivalità, di identità e di autonomia. 

Ma è il prodigio della volontà che ha determinato il destino del borgo che, fino a un paio di secoli fa, era una palude tanto malsana quanto pericolosa a inabitabile. Era impossibile insediarsi vicino ai due fiumi, Caffaro e Chiese, dall’andamento a volte impetuoso e dilagante. La bonifica della palude, iniziata nel XIII secolo, è proseguita molto lentamente e ha potuto essere completata grazie all’abbassamento dell’alveo dell’emissario a Idro, un metodo estremamente impegnativo, durato dal 1830 al 1857, ma anche più sicuro di quello delle piantagioni di ontani che hanno dato nome al Pian d’Oneda. Il terreno asciutto è stato poi diviso in lotti e assegnato dapprima a 241 famiglie povere di Bagolino, rapidamente cresciute a oltre 300 e ancora di più nel secolo XX.

Il destino dell’area è cambiato, quella distesa di acquitrini tra il lago e le montagne è diventata un luogo ospitale, reso fertile dal dissodamento per opera dei contadini assegnatari, fondatori di un abitato abbastanza ospitale e vivace per attirarare nuova popolazione, che ha generato un suo stile di vita, meno montanaro di quello di Bagolino, ma non troppo urbanizzato, sempre percorso dai traffici commerciali e turistici.

La posizione strategica, che in passato ha fatto del borgo sul confine un terreno di scontri, oggi si fa valere in una chiave pacifica, visto che Ponte Caffaro è un paese di transito e insieme un paese stanziale, dotato di attività agricole, industriali e commerciali, che approfitta della vicinanza alle montagne e al lago per il turismo, la pesca, la piscicoltura.